Scrivere creativamente significa assicurarsi due importanti competenze, due tesori spendibili in qualsiasi contesto: la scrittura e la creatività. Scrivere bene si traduce in pensare bene, imparare a usare la lingua per compiere operazioni mentali complesse quali domandare, progettare, ragionare, confrontare, organizzare concetti, immaginare mondi possibili; essere creativi è un salvagente, una qualità che moltiplica esponenzialmente le opportunità di realizzazione e felicità: generare idee è la base dell’evoluzione.
La creatività è un muscolo, va allenato. La scrittura una tecnica, va appresa.
Come?
Lavorando sui sensi, che sono la materia. Lavorando sulla prospettiva, che è lo strumento. Lavorando sui desideri, che sono il motore. Lavorando sulle parole, che sono l’approdo.
Una giornata tipo
Incontro mattutino del Circolo dei Poeti Marinai (l’equipaggio di allievi) con la parola del giorno, trampolino di lancio per i giochi e le scritture quotidiane. Assegnazione del componimento breve (niente paura, non parliamo di TEMI IN CLASSE, ma di esplorazione di varie forme di espressione).
Durante il giorno si forniranno suggestioni di varia natura, da letture ad alta voce (stralci di romanzi, poesie, racconti di autori classici e contemporanei), a giochi di parole, a pretesti narrativi ed esplorazioni di prospettive insolite; non ultimo, si farà silenzio e spazio al mare intorno.
Entro l’imbrunire ognuno avrà prodotto un elaborato e, dopo cena, si riunirà nuovamente il Circolo dei Poeti Marinai: si leggeranno i testi, se ne discuterà e si daranno suggerimenti per proseguire.
E alla fine?
Ogni partecipante porterà con sé sulla terraferma un quaderno di lavoro zeppo di idee e un metodo creativo da andare a ripescare all’occorrenza, e sarà irrimediabilmente contagiato dalla necessità di mettere le cose nero su bianco, anche in mezzo a una burrasca – soprattutto in mezzo a una burrasca.